A Passirano (BS), in occasione delle festività patronali, verrà esposto dal 12 al 20 ottobre l’orologio antico della torre campanaria della Parrocchia di San Zenone in Passirano (BS).
La documentazione d’archivio, ora in fase di digitalizzazione, ci illustra tutti i passaggi, dal contratto ai pagamenti avvenuti tra la Fabbriceria di Passirano e l’orologiaio Stefano Boldini.
Stefano Boldini è uno dei nomi più significativi tra gli artigiani della Val Saviore, dove nacque nel 1774. Abilissimo costruttore di meccanismi d'orologi da torre, iniziò la propria attività nel paese natio con piccoli orologi in legno, capolavori di precisione. “Era un contadino semianalfabeta, ma evidentemente dotato di una grande intelligenza. Da giovanissimo, nel Pan di Paghera, un prato di proprietà, costruì un orologio in legno che funzionava grazie a una ruota a palette sulla quale cadeva l’acqua di un ruscello. Si trattava di un vero e proprio orologio idraulico: un esempio di ingegno. Boldini che dal primo matrimonio con Achillea Sisti ebbe cinque figli, tre femmine e due maschi, spinto dalla carestia che colpì Saviore agli inizi del XIX secolo, nel 1811 si trasferì a Rovato in cerca di lavoro”, dove strinse amicizia con il canonico Carlo Angelini, intraprendente sacerdote con la passione della meccanica, ed insieme fondarono un laboratorio per la produzione di orologi da torre. Cinque anni dopo costruì l’orologio per l’ospedale cittadino e poco tempo dopo il grande orologio della torre parrocchiale. In quarant’anni di attività costruì mediamente un orologio all’anno per le chiese della zona e della Vallecamonica.
Nel 1833 ad essi si unì, come garzone di bottega, abile ed intelligente, un certo Carlo Frassoni, originario di San Pellegrino in Val Brembana: le capacità del giovane, la sua caparbietà e il suo talento fecero sì che Boldini ravvisasse in lui l’erede naturale, concedendogli, com’era tradizione, la mano della propria figlia, e concedendo in dote la fabbrica e la relativa clientela. Autore degli orologi di ben quaranta campanili bresciani, tra cui Saviore, Valle, Leno, Rovato, si occupò anche della costruzione di vari congegni meccanici dedicandosi allo studio del moto perpetuo. Morì a Rovato nel 1854, dove è sepolto. Una delle vie del paese di Saviore è dedicata a questo valido concittadino. Alla morte del Boldini, l’azienda prese il nome dell’allievo e genero Carlo Frassoni che divenne la più importante fabbrica di orologi da torre d’Italia.
L’orologio della Torre Campanaria di Passirano, oltre alla firma e alla data “Boldini 1850” impressa sul telaio, è ricco di una documentazione rara ed inedita che si trova nell’Archivio Parrocchiale.
È formato da una gabbia in ferro battuto con quattro montanti principali poggianti su zampe di “cane” e sei montanti ausiliari disposti sui due lati lunghi del telaio. Le parti sono fissate tramite dadi esagonali e quadrati con viti.
Il movimento è costituito da due treni affiancati:
• Carica a pesi e funi metalliche su due tamburi in legno; ruote dentate in acciaio e pignoni a gabbia; regolatore a pendolo esterno al telaio con sospensione a lama e accoppiamento con galletto e asta filettata di regolazione; scappamento del tipo a caviglie con una fila di pironi in ottone; ruota di scappamento in acciaio.
• Suoneria in dodici a ore e mezze su due campane azionata da chiocciola e rastrello. Grande ventola a pale esterna al telaio. Quadrantino di controllo e di regolazione con indicazione delle ore e dei minuti (purtroppo mancante).
Il meccanismo è costituito da due parti principali:
• La parte a sinistra del fronte, è il cosiddetto “Treno del tempo” che permette il movimento relativo alla fascia oraria suddivisa in dodici ore e sessanta minuti ed è trasmessa ai due quadranti esterni per mezzo di una coppia di ingranaggi conici e relativi assi con giunti cardanici.
• La parte a destra è il “Treno della soneria” che permette (attraverso una serie di tiranti) di raggiungere la cella campanaria e per mezzo di due pesanti “martelli” o batacchi, di far sentire all’esterno i tocchi delle ore e delle mezze. Tale movimento è effettuato tramite due barre in acciaio con numerosi fori di regolazione da cui partono i tiranti. La barra a sinistra, esterna al telaio è quella relativa alle mezze ore ed è azionata da un eccentrico posto sull’asse dei minuti. La barra a destra è quella delle ore e si trova all’interno del telaio ed è azionata dai numerosi pioli disposti lungo la circonferenza della ruota dentata del solidale al tamburo del peso.
A questo proposito, per meglio evidenziare il funzionamento della suoneria, sono stati aggiunti, provvisoriamente e non rispettando lo stile di lavorazione dell’epoca, due martelletti e due piccole campane.
L’orologio della Torre Campanaria di Passirano era originariamente collocato in asse ai quadranti ancora visibili sul lato est e ovest del campanile. Con l’avvento della tecnologia moderna, è stato sostituito dall’orologio elettronico. Durante un intervento di restauro dei pianerottoli stessi, è stato portato ad un piano inferiore e da qui, grazie all’interessamento del parroco don Luigi Guerini è partita la fase di recupero.
Il 24 luglio di quest’anno (2013) sotto la guida di Luigi Faustini, esperto conoscitore della meccanica degli orologi, è stato smontato in tutte le sue parti, numerandole e fotografando ogni particolare. È poi stato portato a terra e da qui è cominciata il restauro.
Alla fine di agosto si è provveduto al lavaggio completo delle parti usufruendo dell’ausilio di una pulivapor con sgrassatori biologici per togliere le incrostazioni create da grasso e polveri.
È poi cominciata l’asportazione delle ruggini con carte abrasive e spazzole. Si è intervenuti con un prodotto antiruggine per fermare la ruggine sul telaio a cui è seguito il fissaggio con un leggero strato di vernice trasparente come protettivo. Sulle parti in acciaio si è deciso di apporre solo un piccolo strato di vernice.
È proseguita poi la fase di ricostruzione minuziosa dell’orologio.
Dal telaio si è passati all’inserimento dei due treni, quello del Tempo e quello della Suoneria con tutte le sue parti. Dopo una prima verifica del funzionamento e della calibrature degli ingranaggi, si è passati alla realizzazione dei meccanismi provvisori per la suoneria che doveva imitare quella reale delle campane, quindi sono stati applicati ai lati i martelletti e due campane.
La ditta Turra Meccanica di Turra Giuseppe ha provveduto alla realizzazione artistica del basamento.
La collocazione attuale è provvisoria nella speranza di poter usufruire degli spazi, ancora da restaurare, dell’antico Conventino da adibire a piccolo museo locale.
L’interesse della prof.ssa Marisa Addomine, nota esperta nazionale sugli Orologi da Torre, ci ha stimolato a rendere la piccola mostra, che si terrà dal 12 al 20 ottobre presso la vecchia Canonica, ricca di particolari interessanti. Oltre all’orologio, verrà esposta tutta la inedita documentazione e le sequenze fotografiche dell’intervento di recupero.
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